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Importa Algebra lineare da Steffo99/appunti-universitari

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\documentclass{article}
\usepackage[utf8]{inputenc}
\usepackage{mathtools}
\usepackage{amssymb}
% New symbols
\let\oldsqrt\sqrt
\def\sqrt{\mathpalette\DHLhksqrt}
\def\DHLhksqrt#1#2{%
\setbox0=\hbox{$#1\oldsqrt{#2\,}$}\dimen0=\ht0
\advance\dimen0-0.2\ht0
\setbox2=\hbox{\vrule height\ht0 depth -\dimen0}
{\box0\lower0.4pt\box2}}
% End new symbols
\begin{document}
\section{Vettori}
Un vettore è una struttura costituita da \textbf{n scalari}, tutti nello \textbf{stesso campo numerico} \(\mathbb{K}\).\\
Possiamo chiamare un vettore costituito da n scalari una \textbf{n-upla} ("ennupla").\\
Ad esempio, diciamo che un vettore costituito da 3 numeri naturali è in \(\mathbb{N}^3\), e lo rappresentiamo scrivendo \(\mathbf{v} = (3, 5, 12)\).\\
\section{Spazi vettoriali}
Uno spazio vettoriale è una struttura costituita da \textbf{un campo numerico}, \textbf{un insieme di vettori} non vuoto e le operazioni di \textbf{somma} e \textbf{prodotto per scalare}.\\
\\
Si dice che un vettore \textbf{appartiene} allo spazio vettoriale se questo è presente all'interno dell'insieme dello spazio vettoriale.\\
Tutti i vettori appartenenti allo spazio sono tutti definiti nello \textbf{stesso campo numerico}: non è possibile che un vettore appartenga ad uno spazio definito nel campo \(\mathbb{K}\) e sia esso stesso definito nel campo \(\mathbb{L}\).\\
\\
La somma in uno spazio vettoriale \(\mathbf{v} + \mathbf{w}\) è tra due vettori appartenenti a quest'ultimo; il prodotto per scalare \(\alpha \mathbf{v}\) invece è tra un vettore appartenente allo spazio vettoriale e uno degli scalari del campo dello spazio vettoriale.
Le proprietà della somma e del prodotto sono le stesse che siamo abituati a vedere normalmente.\\\\
Per l'addizione:
\begin{itemize}
\item Commutativa \(\mathbf{a} + \mathbf{b} = \mathbf{b} + \mathbf{a}\)
\item Associativa (e dissociativa) \((\mathbf{a} + \mathbf{b}) + \mathbf{c} = \mathbf{a} + (\mathbf{b} + \mathbf{c})\)
\item Esistenza dell'opposto \(\mathbf{a} + (-\mathbf{a}) = \mathbf{0}\)
\item Esistenza del neutro \(\mathbf{a} + \mathbf{0} = \mathbf{a}\)
\end{itemize}
Per la moltiplicazione tra vettore e scalare:
\begin{itemize}
\item Associativa \((\alpha \beta) \mathbf{a} = \alpha (\beta \mathbf{a})\)
\item Esistenza dello scalare nullo \(0 \mathbf{a} = \mathbf{0}\)
\item Esistenza dello scalare neutro \(1 \mathbf{a} = \mathbf{a}\)
\item Distributività per vettori \(\alpha (\mathbf{a} + \mathbf{b}) = \alpha \mathbf{a} + \alpha \mathbf{b}\)
\item Distributività per scalari \((\alpha + \beta) \mathbf{a} = \alpha \mathbf{a} + \beta \mathbf{a}\)
\end{itemize}
\section{Sottospazi vettoriali}
Un sottospazio vettoriale è una struttura che rappresenta \textbf{un sottoinsieme di spazio vettoriale}.\\
Perchè uno spazio vettoriale \(\mathbf{W}\) sia effettivamente sottospazio di un altro spazio \(\mathbf{V}\), deve soddisfare i seguenti requisiti:
\begin{itemize}
\item I due spazi sono definiti nello stesso campo
\item Tutti i vettori appartenenti a \(\mathbf{W}\) sono presenti anche in \(\mathbf{V}\)
\item \(\mathbf{W}\) contiene tutti i possibili vettori risultanti da somma e prodotto (e quindi da combinazioni lineari) dei suoi elementi
\end{itemize}
\section{Sistema di generatori}
Un sistema di generatori per uno spazio vettoriale è un insieme di vettori che tramite una loro combinazione lineare possono dare come risultato un qualsiasi elemento di uno spazio.
[TODO]
\section{Base di spazio vettoriale}
Una base di uno spazio vettoriale è [TODO]
\end{document}

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@ -0,0 +1,121 @@
\documentclass{article}
\usepackage[utf8]{inputenc}
\usepackage{mathtools}
\usepackage{amssymb}
\usepackage{centernot}
\usepackage{bm}
\usepackage{fullpage}
% Iniziate a scrivere da qua in poi
\begin{document}
\section{Moltiplicazioni tra matrici}
\[
\begin{bmatrix}
a & b \\
c & d \\
\end{bmatrix}
*
\begin{bmatrix}
e & f \\
g & h \\
\end{bmatrix}
=
\begin{bmatrix}
ae + cf & be + df \\
ag + ch & bg + dh \\
\end{bmatrix}
\]
\section{Invertibilità di una matrice}
Si può verificare se una matrice \( A \) quadrata di ordine \( n \) è invertibile verificando una di queste definizioni equivalenti:
\begin{itemize}
\item Il determinante non è nullo: \( \det A\neq 0 \).
\item Il rango di \( A \) è \( n \).
\item La trasposta \( A^{T} \) è una matrice invertibile.
\item Tutte le righe/colonne di \( A \) sono linearmente indipendenti.
\item Tutte le righe/colonne di \( A \) formano una base di \( \mathbb{K} ^{n} \).
\item Il numero 0 non è un autovalore di \( A \).
\item \( A \) è trasformabile mediante algoritmo di Gauss-Jordan in una matrice con \( n \) pivot.
\end{itemize}
\section{Stabilire esistenza di funzione lineare}
Per controllare se esiste o no una funzione lineare è sufficiente verificare che sia valida la proprietà di linearità:\\
\begin{itemize}
\item Se due vettori sono linearmente indipendenti, anche i risultati della funzione devono essere linearmente indipendenti.
\end{itemize}
Può essere controllata velocemente vedendo se si verificano le seguenti condizioni:
\begin{itemize}
\item Se due vettori di ingresso sono uno multiplo dell'altro, allora anche i vettori di uscita devono essere uno multiplo dell'altro per la stessa costante.
\item Se un vettore di ingresso è dato dalla somma di (multipli di) altri, allora anche il vettore di uscita deve essere dato dalla somma di (multipli degli) stessi.
\end{itemize}
\section{Determinazione di matrice associata}
Vogliamo trovare la matrice associata (\(A\)) di una funzione rispetto a delle nuove basi, ad esempio \(< (1, 2, 3), (4, 5, 6), (7, 8, 9)\).\\
Procediamo disponendo in verticale gli elementi delle basi, in questo modo:
\[
M =
\begin{matrix}
1 & 4 & 7 \\
2 & 5 & 8 \\
3 & 6 & 9 \\
\end{matrix}
\]
Troviamo la matrice inversa con il metodo di Gauss-Jordan:
\[
...
\]
Calcoliamo il risultato di:
\[
B = M^{-1} * A * M
\]
Il risultato \(B\) sarà la nostra nuova matrice associata.
\section{Diagonalizzabilità}
Una matrice è \textsc{diagonalizzabile} se ha \textbf{tanti autovalori quanto il suo rango}.\\
Per trovare gli autovalori trovare dove il polinomio caratteristico (determinante della matrice fatta come quella qui sotto) è uguale a 0:
\[
\begin{vmatrix}
1 - x & 2 & 3 \\
4 & 5 - x & 6 \\
7 & 8 & 9 - x \\
\end{vmatrix}
= 0
\]
\section{Stabilire se una funzione è lineare}
Se tutti i termini della funzione sono \textbf{polinomi omogenei} di primo grado (non ci sono potenze superiori a 1), allora è automaticamente \textsc{lineare}.
\section{Immagine}
Le \textsc{basi dell'immagine} di una funzione sono i \textbf{vettori linearmente indipendenti} che la generano.
\section{Iniettività e suriettività}
Una funzione lineare è \textsc{iniettiva} se \textbf{il nucleo è di dimensione 0}, ovvero se l'unico valore che fa risultare 0 alla funzione è il vettore nullo.\\
\\
Una funzione lineare è \textsc{suriettiva} se la dimensione dell'immagine è minore o uguale al rango della funzione (degli input, il rango della matrice associata): \(dim(Im(F)) = rk(M_F)\).\\
\subsection{Matrici quadrate}
Se la funzione è un \textbf{automorfismo} (campo input = campo output), allora \(iniettivita' \Leftrightarrow suriettivita'\).
\section{Somma diretta}
Un sottospazio è \textsc{somma diretta} se i due sottospazi di cui viene fatta la somma \textbf{non hanno basi in comune}, e quindi \(dim(\pmb{U} \cap \pmb{W}) = 0\).
\subsection{Trovare basi che diano una somma diretta}
Per trovare basi che diano una somma diretta, è sufficiente \textbf{trovare basi linearmente indipendenti} con quelle che già abbiamo: solitamente parti della base canonica funzionano alla perfezione.
\end{document}